Venerdì 18 giugno 2021 dalle ore 16.00 alle ore 21.00gli spazi della Galleria Fidia di Fausto Fiume faranno da vetrina alle Mappe di Vito Bongiorno, una nuova serie di lavori accompagnati da un’azione performativa che l’artista presenterà al pubblico in occasione dell’evento inaugurale della mostra Rinascita a cura di Gemma Gulisano.
«Siciliano di nascita e romano d’adozione, Vito Bongiorno è l’autore di una pittura di carbone carica di rimandi ambivalenti.
La negazione del colore è il buio – sintomo dell’abisso nel quale gli individui sono sprofondati, travolti da una crisi valoriale, culturale e di conseguenza ambientale che annerisce il pianeta – ma al tempo stesso è luce, il carbone contiene una scintilla di vita, un’energia indispensabile per innescare un processo di rinascita.
I paesaggi dell’artista prendono vita dalle sottostanti ceneri, risorgono come l’araba fenice dai residui di un passato che li ha resi aridi di idee e sterili di sentimenti.
Sono immagini transitorie, opere in divenire che fotografano una rinascita.
L’Europa liquefatta, un’Italia frammentata, singole regioni smembrate, riflettono una verità indigesta che l’artista urla a gran voce ad una società bendata da un individualismo sterile.
Paesaggi brulli, privi di vegetazione, anneriti dallo smog, impregnati di petrolio; paesaggi quasi spettrali, desolati, abbandonati da individui troppo dediti all’egoismo.
Negatagli la luce, il blu oltremare che colora il corpo di donna portatrice di fertilità e quindi di nascita, o meglio di rinascita, irradia le sterili mappe di carbone per restituirgli la vita.»
Vito Bongiorno
Siciliano di origine e romano d’adozione, nasce ad Alcamo nel 1963 e si trasferisce da giovanissimo a Roma, dove consegue la maturità presso il Liceo Artistico Statale; qui fu allievo di Mino della Site, aeropittore leccese particolarmente stimato da Marinetti. Dopo aver frequentato corsi di incisione, modellato e scultura, lascia il Paese soggiornando a Monaco di Baviera, per poi trasferirsi nella “grande mela”, dove entra in contatto con gli ambienti artistici della New York anni’80.Rientrato in Italia, con un bagaglio carico di suggestioni pronte a nutrire la propria ricerca, Bongiorno plasma il suo personalissimo linguaggio pittorico che si avvale dell’uso di materiali desueti – carbone, colla e cenere – una ricerca formale riconducibile, per certi versi, all’esperienza poverista sviluppatasi in Italia a partire dal ’67. Le scelte iconografiche – il Colosseo, la lupa, l’aquila, l’Italia – rivelano un prelievo, più o meno intensionale, dal repertorio iconico degli artisti della Scuola romana di Piazza del Popolo, Franco Angeli e Renato Mambor in particolare. Una ricerca, quella di Bongiorno, animata dalla denuncia al “sintetismo della vita” – per usare la definizione dell’artista – ovvero la frenesia che caratterizza la contemporaneità, la crisi dei valori e la prevalenza di una futilità che distoglie l’attenzione da ciò che davvero conta nell’esistenza di un individuo.
Dal 1995 al 2005 risiede a Tarquinia: qui espone a Palazzo Bruschi (negli spazi dell’ex Chiesa di San Pancrazio), la spettacolare “antropometria” eseguita nel 2002: un dipinto lungo circa mezzo chilometro, unico nel panorama artistico contemporaneo. Negli stessi anni si confronta con il tema della corporeità dando inizio ad una serie di sperimentazioni condotte nell’ambito dellaBody Art e dellaLand Art, presenze assidue lungo il percorso creativo dell’artista. Nel 2012 presenta la performance “Terra mater” al Museo Macro la Pelanda di Romain occasione della fiera “Roma Contemporary”ed in collaborazione con INSIDEART. Nel 2013partecipa alla Quadriennale di Roma. Nel maggio del 2014 la Centrale Montemartini presenta la mostra“Superfetazioni” e partecipa contemporaneamente alla Biennale di Viterbo e alla Triennale di Roma, presentata da Achille Bonito Oliva. Nel 2014 il Museo MAAM di Roma presenta tre opere dell’artista ed il Ministero della Pubblica Istruzione commissiona un’opera muraria di notevoli dimensionida destinare alla scuola “Paolo Baffi” di Fiumicino.nel 2015 interviene con una istallazione al Museo Cà Pesaro, mentre la Fondazione Pistoletto di Biella commissiona all’artista un’opera che verrà esposta nella sezione “Muro del MAAM” a cura di Giorgio De Finis. Nell’aprile del 2016 presenta la personale “AureAttesa”a Viterbo presso la Galleria Miralli.Nel gennaio del 2017 partecipa ad “Affordable Art Fair” di Milano.Nel 2018 la Galleria Fidia di Roma ospita “Metamorfosi materiche”, e partecipa alla V Biennale di Viterbo. Nel febbraio 2019 espone“Our Planet”presso il Macro Museo d’Arte Contemporanea di Roma, ed il MACA di Alcamo ospita la personale “Nostos”.Attualmente vive e lavora tra Fregene e Roma.