Franz Borghese, pittore, scultore e incisore italiano, compie i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti e Liceo Artistico di Roma.
Nel 1964 fonda la rivista d’arte e cultura “Il ferro di cavallo” e dipinge «La ballade des pendus».
Dalla metà degli anni Sessanta è il lucido e ironico narratore delle consuetudini e delle alienazioni della borghesia cittadina, che fissa con Daniela Romano, Giorgio Fasan e molti altri nel film-pittura sperimentale «La grande mela».
Il film, in chiave Neoespressionista, racconta la società dei consumi attraverso stereotipi grotteschi, simili all’Espressionismo ideologico tedesco.
Le sue prime personali, nel 1968 alla Galleria “N.F.1” e alla Galleria “Il Calibro” di Roma seguono, negli anni seguenti esposizioni molto attese, nelle maggiori gallerie in Italia e all’Estero.
L’argomento preferito che Franz Borghese analizza nei suoi lavori è la società e la folla che lo circonda, ripresa con il pennello intinto nel sarcasmo e nell’ironia, oltre che nel cromatismo della sua tavolozza.
Le tecniche di Franz Borghese, abbracciano tutto il modo tradizionale dell’espressione pittorica, con l’aggiunta di innovazioni personali ed aperture alla scultura e all’incisione.
Il giornalista-scrittore Dino Buzzati, che a sua volta ama dipingere, gli dedica un pezzo lusinghiero su “Il Corriere della Sera”. Franz Borghese ha avuto anche l’occasione di lavorare con Salvatore Fiume ad un quadro a quattro mani di grandi dimensioni «La condanna di Cristo», destinato ai Musei Vaticani.
Una delle sue ultime esposizioni, si tenne nella suggestiva sede del Refettorio Quattrocentesco di Palazzo Venezia a Roma, il 14 settembre, tre mesi prima della sua inattesa scomparsa.
Muore nel suo studio a Roma, mentre dipingeva il 16 Dicembre 2005, onorato dalla critica e dal pubblico come una fra le figure di maggiore spicco dello scenario artistico italiano.