Mirella Bentivoglio, nata a Klagenfurt nel 1922, ma ha vissuto a Roma per gran parte della sua vita. Sperimentatrice poliedrica, è stata un’artista, poetessa e performer italiana che ha operato nell’ambito delle poetiche verbo-visuali. Fin dalla prima giovinezza ha prodotto sia pitture a olio sia libri di poesie in italiano e in inglese, attraverso i quali ha espresso il suo interesse per l’uso congiunto del linguaggio verbale e dell’immagine, legandosi ai movimenti verbo-visivi delle neoavanguardie artistiche internazionali della seconda metà del ventesimo secolo, diventandone una protagonista.
Dalla pratica della Poesia Concreta, della Poesia Visiva e della Scrittura Visuale, che hanno segnato il suo ingresso nella sfera delle nuove sperimentazioni, passa, dagli anni Sessanta in poi, a una personale forma di poesia-oggetto. Via via, negli anni Settanta e oltre, esplora i linguaggi della performance, della poesia-azione e della poesia-environment, allestendo grandi strutture simboliche di matrice linguistica sul suolo pubblico (tra cui il celebre Ovo di Gubbio).
Centrale e pluriennale è stato il suo lavoro sui libri-oggetto.
Ha avuto un ruolo decisivo e illuminante nel campo dell’arte contemporanea anche come animatrice e curatrice di esposizioni dedicate all’arte femminile. In particolare cura e realizza, per la 38esima Biennale di Venezia (1978), la mostra Materializzazione del linguaggio ai Magazzini del Sale, che accoglie esclusivamente opere di artiste donne, e che rappresenta a tutt’oggi un unicum emblematico del lavoro delle artiste di quegli anni, intenzionate a rivendicare un loro ben definito spazio creativo “al femminile” nella seconda metà del Novecento.
Nel 2011 ha donato la sua ricca collezione-archivio di arte al femminile, raccolta in anni di forte impegno anche come curatrice di mostre, al “Mart” (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto).
Muore a Roma nella primavera del 2017. A un anno dalla scomparsa, si è tenuta una giornata di commemorazione in suo onore alla Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele di Roma, che ha presentato il fondo a lei intitolato (donato alla Biblioteca dalle sue tre figlie, Marina, Leonetta e Ilaria). Contiene volumi, cataloghi di mostre e svariati materiali della sua vasta biblioteca-archivio.