è stato uno scultore e pittore italiano, celebre per le sue opere in ferro e cemento.
Frequenta l’Istituto d’Arte di Urbino e, nel 1953, si trasferisce a Roma. Partecipa alla Quadriennale di Roma a partire dalla mostra del 1955. Espone a Fabriano presso il Chiostro Quattrocentesco ed a Roma alla Galleria “Appia Antica”.
Nel 1958 realizza il “Primocementoarmato“, una tavoletta di cemento grezzo rinforzato da rete e ferri, e proseguendo nell’anno successivo nella sperimentazione con questo materiale. Nel 1962 costituisce con Gastone Biggi, Nicola Carrino, Nato Frascà, Achille Pace e Pasquale Santoro il Gruppo Uno per una valorizzazione del ruolo sociale nell’arte. Inizia la serie dei “ferrocementi” e quella delle “strutturaespazio“.
Numerose le mostre personali e collettive: Bologna, Palazzo Re Enzo; Firenze, Il Quadrante; Venezia, Il Cavallino; Quadriennale di Roma 6 edizioni[2]; Biennale di Venezia; Torino, Christian Stein; e molte altre. Nel 1962 è fra i vincitori del Premio Spoleto; agli artisti prescelti fu dedicato un saggio corredato dalla riproduzione in grande formato (bianco e nero e quadricromie) delle opere esposte.[3]
In permanenza presso la Galleria Marchese di Prato.
L’ultima opera realizzata da Giuseppe Uncini è “Epistylium” (2007 – 2009), una scultura in calcestruzzo armato alta oltre sei metri, e realizzata per uno spazio espositivo all’aperto del Mart di Rovereto.