Giuseppe Capogrossi

Roma, 7 marzo 1900 – Roma, 9 ottobre 1972

Giuseppe Capogrossi (Roma, 7 marzo 1900 – Roma, 9 ottobre 1972) è un importante pittore italiano, noto per il suo contributo all’arte astratta del XX secolo. Di nobile origine, studia giurisprudenza all’Università Sapienza di Roma, conseguendo la laurea nel 1922. 

Nel 1923-24 studia pittura con Felice Carena e nel 1927 si reca a Parigi con Fausto Pirandello. Questo è il primo viaggio in quello che allora era il centro culturale europeo, al quale ne seguirono molti altri negli anni successivi.

Nel 1927 espone per la prima volta in una mostra collettiva alla Pensione Dinesen di Roma con gli artisti Cavalli e Di Cocco; ancora con Cavalli, Cagli e Sclavi partecipa nel 1933 alla mostra nella Galleria Bonjean di Parigi, presentata dal noto critico Waldemar George che per primo si riferì a questo gruppo con il termine “Ecole de Rome” (da cui quello di Scuola Romana).

Nel 1933 firmò con Melli e Cavalli il “Manifesto del Primordialismo Plastico” e nel 1935 partecipò alla collettiva itinerante “Exhibition of Contemporary Italian Painting” a San Francisco.

Le prime mostre del dopoguerra sono segnate da un graduale abbandono della figurazione, dopo un breve periodo di esperienze a carattere neo cubista (1947-1949), approda a un rigoroso e personale astrattismo caratterizzato da una unica forma-segno che coniugandosi in infinite variazioni arriva a costruire lo spazio del quadro, rappresentazione simbolica di una interiore organizzazione spaziale.

Esponente della Scuola romana, quindi, Capogrossi fu una figura di notevole rilievo nel panorama dell’informale italiano insieme con Lucio Fontana e Alberto Burri. 

Nel 1950 partecipa alla fondazione del Gruppo Origine, insieme a Mario Ballocco, Alberto Burri ed Ettore Colla. 

Nel 1954 viene pubblicata dalle Edizioni del Cavallino di Carlo Cardazzo, a cura di Michel Seuphor, la prima monografia dedicata all’opera di Giuseppe Capogrossi.

Nella sua lunga carriera artistica ottiene numerosi premi e riconoscimenti: nel 1962 con una sala personale alla XXXI Biennale di Venezia il premio per la pittura, ex aequo con Morlotti; nel 1971 il premio “Vent’anni di Biennale” alla Biennale di S. Paolo del Brasile e il Prix d’honneur alla Esposizione Internazionale dell’incisione di Lubiana.

Nel 1968 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, diretta da Palma Bucarelli, dedica un’intera sala alle opere dell’artista; oltre ai dipinti già presenti nella collezione del museo vi vengono esposti i lavori donati da Renato Cardazzo in memoria del fratello Carlo scomparso nel 1963.
Nel 1971 il Ministero della Pubblica Istruzione gli conferisce la medaglia d’oro per meriti culturali.

Muore a Roma il 9 ottobre del 1972.