“L’arte della pittura non è destinata alla fabbricazione più o meno ingegnosa di immagini, ma alla ricerca di quegli elementi chiave della percezioni visiva che generano il modo di vedere e di intendere le immagini.”
Piero Dorazio, Cui prodest, 1967
Nato nel 1927 a Roma, Piero Dorazio, con la sua pittura ha contribuito dal 1945 all’affermazione dell’astrattismo in Italia.
Formatosi da autodidatta, nel 1944, incontra la corrente astrattista della capitale ed inizia una serie di collaborazioni con i suoi protagonisti.
Concluso il secondo conflitto mondiale prosegue gli studi presso la Facoltà di Architettura de” La Sapienza Università di Roma”, ma senza portarli a compimento.
Dal 1945 partecipa come esponente di spicco all’attività del gruppo Arte Sociale. Assieme agli amici Lucio Manisco, Mino Guerrini e Achille Perilli frequenta nel primo dopoguerra lo studio di Renato Guttuso, ma ben presto si allontanò dalle tesi del realismo socialista ed aderì al movimento dell’astrattismo.
Nel 1947 figura tra i firmatari del manifesto del Gruppo Forma 1, assieme a Ugo Attardi, Pietro Consagra, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato e Carla Accardi. Sempre nel 1947 vince una borsa di studio dell’École nationalesupérieuredesbeaux-arts di Parigi, dove risiederà per un anno.
Con Perilli e Guerrini nel 1950 apre in via del Babuino, a Roma, la libreria-galleria “L’Age d’Or”, che nel 1951 si fonderà con il gruppo “Origine” di Mario Ballocco, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Ettore Colla, dando vita alla “Fondazione Origine”, nel cui ambito Colla e Dorazio pubblicano la rivista “Arti Visive”. Esperienza che rappresenterà un punto di riferimento per la vita culturale romana e non solo.
Nel 1953, insieme alla moglie Virginia Dortch, si stabilisce a New York dove tenne le sue prime esposizioni personali nella Wittenborn One-Wall Gallery e nella Rose Fried Gallery. Durante il suo soggiorno negli Stati Uniti venne a contatto con le personalità più importanti dell’epoca come i pittori Willem de Kooning, Mark Rothko, Jackson Pollock, Barnett Newman, Robert Motherwell ed il critico d’arte Clement Greenberg.
Durante il periodo newyorkese, Dorazio si concentra, inoltre, sullo studio degli scritti di Vasilij Vasil’evič Kandinskij, la cui teoria sugli aspetti immateriali della pittura lo influenzerà notevolmente.
Tornato in Italia, sarà protagonista di un’intensa e costante attività espositiva con personali alla Galleria Apollinaire di Milano, alla Galleria del Cavallino a Venezia nel 1955 e alla Galleria La Tartaruga a Roma nel1957.
Compie periodicamente soggiorni artistici in molte città europee, (Parigi, Londra, Praga, Düsseldorf e Berlino), che contribuiranno a consolidare la visibilità dell’artista a livello internazionale. Nel 1959 partecipa a Documenta 2 a Kassel.
Espose in tre edizioni della Biennale di Venezia nel 1960 dove invitato da Lionello Venturi gli viene dedicata una sala personale e poi nel 1966 e nel 1988.
Nel 1961 a Berlino, partecipa all’attività del Gruppo Zero insieme a Heinz Mach, Otto Pine e Gunter Uecher, a Parigi riceve il Premio Kandinsky e il primo Premio della Biennale desJeunes mentre una sua personale è allestita negli spazi del Kunstverein di Düsseldorf.
Nel 1965 partecipa alla mostra The responsive eye al Museum of Modern Art di New York.
Nel 1966 dopo la seconda partecipazione alla Biennale di Venezia espone alla Galerie Im Erker, a San Gallo dove con Giuseppe Ungaretti instaurerà un sodalizio artistico: infatti per l’occasione Ungaretti scrisse un saggio sulla sua pittura per la presentazione del catalogo mentre nel 1967 sarà Dorazio a realizzare una serie di grafiche per accompagnare la raccolta di poesie di Ungaretti intitolata “La luce”.
Nel 1968 Dorazio risiede per sei mesi a Berlino dove insegna presso la Deutsche AkademisheAustauschdienst.
Nel 1970 interruppe definitivamente l’attività di insegnamento per dedicarsi esclusivamente alla pittura.
Nel 1971 dopo avere avuto studio a Roma, Parigi, New York, Filadelfia, Berlino, nel 1974 si trasferisce definitivamente a Todi dove acquistò un antico eremo Camaldolese e qui continuò a creare fino al 2005, anno della sua morte.