è stato un pittore italiano, soprannominato dalla stampa del suo tempo “il pittore delle regine”.
Nel 1925 gli Annigoni si trasferiscono a Firenze per motivi di lavoro del padre di Pietro, ingegnere: ottiene la maturità classica presso l’Istituto degli Scolopi e i genitori gli danno l’autorizzazione di frequentare l’Accademia di belle arti con i professori Carena e Graziosi, perfezionando gli studi, poi, con lunghi viaggi, anche all’estero.
La sua prima mostra personale viene allestita nel 1932, presso palazzo Perroni. Fin dall’inizio si caratterizza per uno stile fedele alla realtà.
Durante gli anni della seconda guerra mondiale, la famiglia Annigoni con Pietro fu accolta in casa di Alido Michelozzi a Serravalle Pistoiese.
Nel 1947 con Gregorio Sciltian e i fratelli Xavier e Antonio Bueno, è tra i firmatari del manifesto dei pittori moderni della realtà. Servendosi con grande maestria dell’uso di antiche tecniche pittoriche (famose le sue tempere grasse) utilizzate nel Rinascimento, costruisce il suo percorso artistico in netto contrasto con gli stili pittorici propri del Modernismo e del Postmodernismo in voga negli anni della sua attività. Resta fedele al Realismo sino alla morte.
Una tale predilezione per il vero, lo pone velocemente in risalto nel campo della ritrattistica, dove chiaramente il committente vuol potersi riconoscere. La fama cresce negli ambienti nobiliari d’Italia. Nel 1949 si reca nel Regno Unito, dove realizza alcuni ritratti dei reali inglesi e di altri personaggi celebri, sino a che, nel 1955, riceve l’ambita commissione di ritrarre la regina Elisabetta II.
Dal 1966 al 1988, la sua attività si caratterizza per un susseguirsi di mostre prestigiose, fra cui molte alla Royal Academy di Londra, mentre in Italia si ricordano, per il notevole successo ottenuto, quelle di Milano (Galleria Cortina, 1968, e Galleria Levi, 1971). Fra un’esposizione e l’altra, non manca di dedicarsi ad una delle sue grandi passioni: l’arte dell’affresco.