La mostra AbstrArt raccoglie una selezione di opere di arte astratta dagli anni Novanta ad oggi.
La collettiva, a cura di Leonora Sofia Marussig, riunisce cinque artisti contemporanei che fanno proprie le istanze di assoluta modernità attraverso una spregiudicata sperimentazione di materiali extrapittorici, accostamenti cromatici e tecniche inusuali.
La mostra aprirà con gli Stolen Rainbows di Massimo Kaufmann (1963), una serie di tele monocrome animate da un ritmo ripetitivo di cerchi colorati che, servendosi delle pastiglie degli acquerelli, evocano antiche memorie d’infanzia.
Seguiranno i siliconi di Flavio Tiberio Petricca (1985), in cui la percezione sensoriale delle opere è amplificata dal particolare uso di questo materiale industriale, sintetico, elastico e sinuoso che indaga le forme in senso tattile.
Antonello Viola (1966) sarà presente con cinque dipinti il cui protagonista assoluto è il colore. Questo, vero e proprio veicolo emozionale, è steso con paziente ostinazione in sottilissime velature tonali che generano uno spazio pittorico vibrante.
Di Stefano Compagnucci (1975) saranno esposte quattro opere che combinano la sapiente tecnica fotografica, l’equilibrio geometrico e la fantasia creativa. Esse catturano istanti sospesi ed effimeri altrimenti invisibili all’occhio umano, regalando allo spettatore un senso di meraviglia.
Chiuderà la mostra Le Spose di Mezzogiorno di Piero Pizzi Cannella (1955), maestro della Scuola di San Lorenzo. Il dipinto non si limita a riprodurre didascalicamente il tessuto di un vestito, elemento del vissuto quotidiano ricorrente nella produzione dell’artista. La pennellata essenziale ne scruta con estrema raffinatezza la trama traforata, trasformandolo da oggetto ordinario in simbolo di una memoria evanescente.